L’attacco della Russia all’Ucraina avrà ripercussioni anche sulle dinamiche economiche. All’incertezza geopolitica, infatti, corrisponde sempre un’incertezza sui mercati. L’instabilità causata dall’invasione delle truppe russe nella regione di Kiev preoccupa l’intero mondo e potrebbe fermare gli scambi commerciali. Tutti gli Stati potranno subirne le conseguenze in maniera proporzionale all’andamento della bilancia commerciale Ucraina Puglia (ovvero una crisi dell’import-export ).
Prodotti agricoli in testa
È quanto emerge da un report realizzato dall’Osservatorio Economico Aforisma. Importiamo dall’Ucraina molto di più di quanto esportiamo. Da gennaio a settembre 2021, infatti, abbiamo esportato beni e prodotti made in Puglia verso l’Ucraina per un valore complessivo di quasi 11 milioni di euro contro i 152 milioni di euro riferiti ai prodotti importati. La bilancia commerciale è, dunque, passiva. Questo si verifica quando il valore delle esportazioni risulta inferiore rispetto a quello delle importazioni, con conseguente uscita netta di capitale monetario.
I prodotti agroalimentari rappresentano la gran parte della bilancia commerciale. Nell’intero anno 2020, le esportazioni dalla Puglia all’Ucraina hanno raggiunto il valore di 18 milioni di euro, mentre nel 2019 il valore è stato di 12 milioni e nel 2018 di 9 milioni. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è importante anche perché determina il tasso di cambio delle rispettive monete. Inevitabilmente salirà il prezzo di grano e cereali, che soddisfano i bisogni dell’industria della pasta e dei prodotti da forno pugliesi. L’Ucraina è considerata, infatti, il «granaio d’Europa», da cui l’Italia importa ogni anno circa 120 milioni di chili di grano (altri 100 milioni ne importa dalla Russia).
Ma importiamo anche articoli in gomma e materie plastiche, mentre esportiamo macchinari ed apparecchiature.
Danni alle infrastrutture
Inoltre, i conflitti rischiano di distruggere le infrastrutture. Strade e ponti, infatti, hanno un ruolo strategico e il transito di veicoli militari li porterebbe in pessime condizioni. Tutto ciò senza contare le ripercussioni sugli scambi con la Russia. La degenerazione del conflitto tra Russia e Ucraina è destinata ad avere pesanti ripercussioni sulle imprese salentine, pugliesi ed italiane che hanno interessi commerciali o attività in entrambi i Paesi.
Ci saranno conseguenze anche in termini di sanzioni che l’Unione Europea potrebbe adottare nei confronti della Russia e delle repubbliche del Donbass. Nei confronti di queste ultime Bruxelles ha già deciso il blocco degli scambi commerciali. La possibile stretta sulle forniture di gas, invece, è il tema che più preoccupa le imprese.
Di fronte allo scenario di un conflitto armato, le aziende italiane, soprattutto quelle piccole e medie, non sono sufficientemente preparate. Arrivati a una fase così avanzata della crisi, purtroppo si può fare poco dal punto di vista della gestione del rischio o del suo trasferimento. Nessuno concede più coperture assicurative quando scoppia un conflitto. È, infatti, possibile tutelarsi dai danni economici causati da eventi bellici, catastrofi naturali o da pandemia, inserendo nei contratti clausole di forza maggiore. Il problema riguarda tuttavia la copertura di danni materiali derivati da una guerra. È possibile invece trovare contratti di assicurazione per coprire i costi di un’eventuale evacuazione d’urgenza del proprio personale.