In tutta la Puglia le asseverazioni per Superbonus sono state 19.744 per un ammontare di investimenti ammessi a detrazione pari a poco più di tre miliardi di euro (dati aggiornati al 30 settembre 2022). Ad oggi, sono 1.481 i lavori condominiali già avviati (il 65 per cento è stato ultimato) che rappresentano un terzo del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari sono 14.839 (il 68 per cento è stato già realizzato pari al 54 per cento del totale degli investimenti ammessi che corrispondono a un miliardo 600 milioni di euro).
Ci sono, poi, 3.424 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, vale a dire quelle che dispongono di almeno tre impianti di proprietà esclusiva tra quello idrico, per il gas, per l’energia elettrica e per la climatizzazione invernale. In questo caso, il 69 per cento è stato già completato pari al 12 per cento degli investimenti ammessi (che equivalgono a 346 milioni di euro).
Sempre in Puglia, l’investimento medio per i condomini è stato di 695.401 euro, quello per gli edifici unifamiliari di 110.612 euro e quello per le unità abitative funzionalmente indipendenti di 101.172 euro. I bonus rilanciano così l’edilizia e stimolano la crescita del Prodotto interno lordo (Pil). Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono aumentati gli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica ma il biennio 2021-2022, seppur non ancora terminato, rappresenta già un anno record.
È quanto emerge dall’ultimo studio condotto dall’Osservatorio Economico AFORISMA, che ha elaborato tutti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate dai pugliesi. L’analisi prende in esame ogni aliquota di detrazione – dal 36 al 110 per cento – introdotta per poter incentivare i lavori di recupero del patrimonio immobiliare. In dichiarazione dei redditi c’è un quadro (o campo) riservato alle spese di ristrutturazione edilizia per poter detrarre il 50 per cento dei costi sostenuti dal 26 giugno 2012 (precedentemente, invece, era del 36 per cento) e del 65 per cento per le spese relative a misure antisismiche; per queste ultime la percentuale può arrivare all’85 per cento; dal 2018 è introdotta la detrazione del 36 per cento per il bonus verde.
Ed ancora, per le spese di riqualificazione energetica la detrazione è del 65 per cento per gli esborsi fatti dopo il 5 giugno 2013 (precedentemente era del 55 per cento). La percentuale sale al 70 per cento e al 75 per cento per le parti comuni di edifici condominiali e all’80 per cento e all’85 per cento per misure antisismiche su parti condominiali.
Gli interventi hanno riguardato, principalmente, gli edifici costruiti nel decennio 1970-1980 e, a seguire, quelli del decennio 1980-1990. Meno nuove costruzioni, dunque, ma più ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche: il comparto edile si è messo alle spalle la lunga crisi iniziata nel biennio 2011-2012. Il calcolo tiene conto dell’ammontare complessivo delle detrazioni che si riferiscono agli interventi degli anni precedenti e della forte spinta rappresentata dai bonus recentemente introdotti: il Bonus Facciate (con detrazione al 90 per cento) in vigore dal primo gennaio 2020 e il Superbonus (con detrazione al 110 per cento) in vigore dal primo luglio 2020. Per incentivare ulteriormente i lavori, è stato emanato il decreto-legge numero 77 che semplifica la disciplina per fruire del Superbonus, stabilendo che attraverso una comunicazione di inizio lavori asseverata (Cilas) è possibile attestare gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile, non rendendo più necessaria l’attestazione dello stato legittimo.
A queste detrazioni, già di per sé alte, da recuperare sull’imposta Irpef della prossima dichiarazione dei redditi o immediatamente attraverso lo sconto in fattura e la cessione del credito, vanno aggiunte quelle maturate con gli interventi degli anni precedenti.
Anche la corsa al Bonus Facciate ha dato un’ulteriore accelerazione, soprattutto in ambito condominiale.
Va ricordato che nel corso del 2020, ben 438.747 contribuenti hanno fruito delle detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio, documentando le spese riferite all’anno d’imposta 2019. L’ammontare complessivo delle detrazioni (che si riferiscono anche agli interventi degli anni precedenti) è stato di 279 milioni 308mila euro, per una media per contribuente pari a 637 euro.
Riguardo agli interventi finalizzati al risparmio energetico, 98.387 pugliesi hanno portato in detrazione 48 milioni 476mila (per una detrazione media pari a 493 euro).
Nel corso del 2019, sono stati 414.416 i contribuenti che hanno approfittato degli incentivi concessi per il recupero del patrimonio edilizio, documentando le spese riferite all’anno d’imposta 2018. L’ammontare complessivo delle detrazioni (che si riferiscono anche agli interventi degli anni precedenti) è stato di 249 milioni 951mila euro, per una media per contribuente pari a 603 euro.
Riguardo agli interventi finalizzati al risparmio energetico, 87.432 pugliesi hanno portato in detrazione 43 milioni 761mila (per una detrazione media pari a 501 euro).
Nel 2018, sempre in Puglia, sono stati 389.053 i contribuenti che hanno fruito delle detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio. L’ammontare delle detrazioni è stato di 219 milioni 862mila euro (per una detrazione media di 565 euro). Rispetto all’anno prima, il numero dei contribuenti interessati al Bonus casa è salito dell’8,3 per cento (nel 2017 erano 359.287) e l’ammontare delle detrazioni è cresciuto del 14,8 per cento (nel 2017 si fermò a 191 milioni 538mila euro).
Sono stati 77.369 i contribuenti che hanno fruito delle detrazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (contro i 63.660 dell’anno prima). L’ammontare delle relative detrazioni è stato di 39 milioni 560mila euro (contro i 32 milioni 82mila euro dell’anno prima).